giovedì 2 giugno 2011

Tra Venezia e Torino, tra S.Erasmo e Porta Palazzo...

Quando le città le si ama, è difficile lasciarle del tutto. Così è stato che da Venezia, scelta da 'torinese' per infatuazione, sia poi ritornato alle origini, alla bella Torino, e poi ancora a Venezia, a gestire di nuovo Il lato azzurro nella verdeggiante isola di S.Erasmo...
Il lato azzurro, isola di S.Erasmo Venezia

Se avete abitato in un'isola della laguna di Venezia per 15 anni, forse desiderate stare in centro... Un centro vivo, anche rumoroso per certi versi, un centro vitale di una città vera. Torino è la mia città, ci sono nato e ho vissuto qui vicino fino a quasi trent'anni. Poi è stato il desiderio di fuga, la presa di distanza dalle proprie origini, la migrazione ad est, verso la città cullata dall'acqua dalle onde impercettibili: Venezia!
Le Olimpiadi del 2006, dicono, sono state il vero segnale del cambiamento della città grigia per eccellenza, di Torino. Non le ho vissute, per quanto avessi preso vacanze, le ho evitate come se significassero qualcosa di estraneo alla mia città... o forse più sinceramente al mio eremo di allora, S.Erasmo. Poi i sorrisi e l'allegria di una Torino, non dico da bere (sarebbe improprio ora che neppure Milano forse si può più definire così!) ma da vivere, anche tutta la notte, una Torino rinata, che s'è riappropriata delle proprie meraviglie e le ha dimostrate al mondo... Questa Torino, che dopo più d'un decennio di distanza cominciava a formicolarmi dentro come nostalgia, mi è apparsa in tutta la sua bellezza. Restaurata e riabitata da occhi più generosi, Torino è diventata persino una città TURISTICA! E il mio ritorno s'è fatto urgente. Avendo sperimentato il turismo ai margini della grande pera -chiamiamola così, Venezia;-) - in un territorio bello e desolato, avendo fondato e gestito per quasi quindici anni un 'centro culturale di vacanza' che ora s'è fatto albergo a tutti gli effetti. Avrei resistito alla tentazione di fare qualcosa a Torino, e non a Torino in un luogo qualsiasi, ma dove ho deciso di abitare, nel suo cuore pulsante e contradditorio, vivace e casinista, Porta Palazzo!!? Ovviamente no. L'occasione fa l'uomo ladro e mi ha fatto di nuovo cadere nella tentazione di offrire uno spazio per turisti, 'avventurosi' e curiosi.  A S.Erasmo apprezzavo il silenzio, l'intervallo di un barchino rumoroso di ubriachi che si perdeva in laguna, il verso di un'upupa lamentosa.  A Porta Palazzo ancora non distinguo bene i significati dei rumori diversi, dei suoni strani e a volte ripetuti, ma apprezzo il suo silenzio cittadino, fatto di cortili multiculturali e di artigiani che resistono: ti svegliano di buon mattino, ma ti lasciano dormire in pace la notte! Non mi manca il silenzio fragoroso della laguna. Qui ho trovato un altro silenzio bellissimo e appassionante. E quando mi sveglio dopo una buona notte m'immergo se ne ho voglia nel variopinto mercato, immenso, gioioso rumoroso e arrogante, cercando di capirlo, di individuarne i segreti, inutilmente.
emanuele


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